Un gioco antico, una squadra nuovissima
di
Ettore Marino
Nel nostro borgo siamo rimasti in pochi. Un’idea fresca e serena vi ha però dato vita a un prodigio. Dai pochi qui rimasti, infatti, e dalla sonnacchiosa ripetitività dei giorni, l’idea ha fatto germogliare un drappello di corpi gagliardi e d’anime vivaci, e ne è nata una squadra di Calcio: di Calcio a cinque. Il prodigio sta anche e sta specie nel fatto che i calciatori pochi non siano ma, appunto e invece, tanti. Chi formulò il progetto? Lo ignoro. Vi sono aneliti che vibrano per l’aria fino a che, all’improvviso, qualcuno infonde loro voce e forma. L’idea è diventata cosa, la cosa è qui tra noi, ed il suo nome suona Futsal Vakarici. Buon gusto e umana carità suggerirono a chi battezzò la neonata di adoperare il nome albanico del borgo. Quello italiano, infatti, e cioè Vaccarizzo Albanese, è più sgraziato d’una pillacchera giallastra, sicché io stesso, redigendo, avrei di cuore voluto lasciarlo in fondo al calamaio, tra i tasti del computer, o addirittura inabissarlo tra quei sentieri della mente lungo i quali i ricordi vaniscono, purché il brano che andavo a comporre non ne venisse inzaccherato; non potevo, però: completezza e precisione lo vietavano. L’ho gettato sul foglio, e torno lietamente a bomba.
La dirigenza della squadra forza a sperare meraviglie. Presidente del Futsal Vakarici è infatti l’entusiasta Raffaele Milanese; suo vice e braccio destro, il saggio Massimo Bruno; segretario, lo scrupoloso Antonio Oliva. Quanto ai giovani ovvero ai mai invecchiati eroi che, palla al piede, intrecceranno arabeschi e sfonderanno le altrui reti, avranno a nervosa e ultrasapiente guida quell’Angelo Fusaro che, calciatore valente ai suoi giorni, è oggi maestro d’arti ginniche e allenatore di gran pregio. Sull’amaranto della divisa, la fascia di capitano adornerà il braccio del sempre ironico e sempre leale Antonio Scalise. La squadra parteciperà al Campionato Calcio a 5 Open Libertas.
Da bimbi, si giocava per strada o nel campetto che è dietro la Scuola. Era uno spontaneo Calcio a cinque che, a seconda del numero dei presenti, si tramutava in gioco a tre, a quattro, a sei… Ignoravamo tutti che la disciplina fosse stata codificata, come specialità indoor, nel lontano 1930, in quel vittorioso Uruguay che a giusta ragione si proclamava padre del Calcio, essendone madre l’Inghilterra. Fútbol de salón ne era il nome ufficiale, Fútbol sala quello d’uso comune. Si prese in seguito a parlare di Five-a-side Football. Tra noi, Calcio a cinque o Calcetto i nomi più diffusi. La voce Futsal, crasi evidente tra fútbol e sala, che a dispetto dell’etimo denota la variante outdoor e non la indoor, ha conosciuto una fortuna così vasta e intensa, da venire a leggiadramente incastonarsi nel nome della neonata nostra squadra.
Più nulla dico. L’ansia di giocare spumeggia e freme nei garretti d’ogni atleta, trova eco nel petto di ogni tifoso. Tra breve, oh, sì, tra breve, un trillo di fischietto darà stura alle danze: e allora, che importerà di aver parlato?