12 Aprile 2025

Letteratura

Letteratura

Cantate, Madrigaux e Stravaganze

di

Ettore Marino

Nell’Ottobre del 2018, un mio fraterno amico, musico estroso e genialissimo, mi chiese tre Cantate. Pose due soli vincoli: che fossero tramate in versi brevi, medi e lunghi, e che non presentassero rime. Gliele fornii. Allo sparuto corpo aggiunsi poi tre Madrigaux, cioè tre (rimatissimi) madrigali in francese, e tre Stravaganze, due in italiano e una in francese, tutte rimate anch’esse. Continua a leggere…

Letteratura

La zavorra del vecchio incantatore. Prima parte

di

Ettore Marino

Gianni Brera: ho amici che lo odiavano. Me ne stupivo, ne indagavo il perché, io che per lui tifavo, che sempre grato ne gusterò la pagina e il roco parlare. È forse giunta l’ora di mettere un po’ d’ordine, di traghettare nella chiarezza del concetto sensazioni e sussulti, piccose rabbie e abbandoni gioiosi. Continua a leggere…

Letteratura

L’attesa e il piacere

di

Mario Gaudio

L’attesa è, a ben vedere, la cifra comune delle nostre vite. Essa è radicata a tal punto nelle esistenze umane da poter essere accostata addirittura alla paura, la più ancestrale delle emozioni, che a conti fatti non è altro che l’attesa amplificata di un ignoto evento che potrebbe o non potrebbe verificarsi e che, nell’incertezza, attiva meccanismi istintuali di sopravvivenza. Continua a leggere…

Letteratura

In margine alla trilogia “Il cammino degli Eletti”

di

Mario Gaudio

Prima di entrare nel merito della trilogia Il cammino degli Eletti a cui dedicheremo le nostre riflessioni, vorrei spendere qualche parola sul ruolo e sulla funzione dello scrittore che decide di cimentarsi nella sfida della letteratura fantastica. Continua a leggere…

Letteratura

Il patibolo e la grazia

di

Mario Gaudio

Inizierò con un aneddoto. Si racconta che lo scrittore russo Lev Nikolàevič Tolstoj (1828-1910) ricevesse quotidianamente per corrispondenza centinaia di versi di improvvisati poeti in cerca di un’approvazione e con sogni di visibilità. Soffocato dalle molteplici lettere, egli si lamentò della «perniciosa epidemia di poesia» che imperversava in quegli anni, ma il fenomeno non si stemperò né si interruppe e Tolstoj, quasi esasperato, passò all’azione decidendo di rispondere a questa singolare proliferazione poetica con delle cartoline su cui campeggiava un timbro riportante per tutti il medesimo testo: «Lev Nikolàevič ha letto i vostri versi e li ha trovati molto scadenti. In generale, non vi consiglia di dedicarvi a questa attività». Continua a leggere…