La zavorra del vecchio incantatore. Seconda parte
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Ettore Marino
Inzavorrato o meno, fu Brera uno scrittore autentico, cioè un autore trionfante ogni volta sull’ottusa riluttanza del prius. Continua a leggere…
Blog di cultura umanistica fondato da Mario Gaudio
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Ettore Marino
Inzavorrato o meno, fu Brera uno scrittore autentico, cioè un autore trionfante ogni volta sull’ottusa riluttanza del prius. Continua a leggere…
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Ettore Marino
Gianni Brera: ho amici che lo odiavano. Me ne stupivo, ne indagavo il perché, io che per lui tifavo, che sempre grato ne gusterò la pagina e il roco parlare. È forse giunta l’ora di mettere un po’ d’ordine, di traghettare nella chiarezza del concetto sensazioni e sussulti, piccose rabbie e abbandoni gioiosi. Continua a leggere…
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Mario Gaudio
L’attesa è, a ben vedere, la cifra comune delle nostre vite. Essa è radicata a tal punto nelle esistenze umane da poter essere accostata addirittura alla paura, la più ancestrale delle emozioni, che a conti fatti non è altro che l’attesa amplificata di un ignoto evento che potrebbe o non potrebbe verificarsi e che, nell’incertezza, attiva meccanismi istintuali di sopravvivenza. Continua a leggere…
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Mario Gaudio
Prima di entrare nel merito della trilogia Il cammino degli Eletti a cui dedicheremo le nostre riflessioni, vorrei spendere qualche parola sul ruolo e sulla funzione dello scrittore che decide di cimentarsi nella sfida della letteratura fantastica. Continua a leggere…
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Ettore Marino
Scrisse molto placidamente Michel de Montaigne (III, 13) che la parola appartiene per una metà a chi parla e per l’altra a chi ascolta. Placida è invero solo la formulazione, ché quanto ai baratri che il concetto vela, e velando discopre, noti erano a Montaigne, noti sono a chiunque vi cada o solo vi s’immerga un poco. Continua a leggere…
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Ettore Marino
L’articolo che segue era già stato pubblicato sul numero 75 della cosentina semestrale rivista di cultura ilfilorosso. Con il permesso di chi la dirige, lo propongo ai lettori di Terre Letterarie.
C’è un colloide che tutti ci tiene. Si chiama Chiacchiera. Lo materiano noia, invadenza melliflua o arrogante, onniscienza distratta, simpatia revocabile. È una sorta di limo, buono all’attacco e alla difesa, che danna e salva perciò tutti e ognuno. S’irrigidisce a volte in sasso: salvifico anche qui, giacché chi ha poche idee, e le ami quanto ama sé stesso, incede e frange ogni barriera. Si chiacchiera, e si è: si è l’ubiquità senza nome né volto, si è il tutto-tutti che nulla tollera oltre sé… Continua a leggere…
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Mario Gaudio
Inizierò con un aneddoto. Si racconta che lo scrittore russo Lev Nikolàevič Tolstoj (1828-1910) ricevesse quotidianamente per corrispondenza centinaia di versi di improvvisati poeti in cerca di un’approvazione e con sogni di visibilità. Soffocato dalle molteplici lettere, egli si lamentò della «perniciosa epidemia di poesia» che imperversava in quegli anni, ma il fenomeno non si stemperò né si interruppe e Tolstoj, quasi esasperato, passò all’azione decidendo di rispondere a questa singolare proliferazione poetica con delle cartoline su cui campeggiava un timbro riportante per tutti il medesimo testo: «Lev Nikolàevič ha letto i vostri versi e li ha trovati molto scadenti. In generale, non vi consiglia di dedicarvi a questa attività». Continua a leggere…