23 Dicembre 2024

ciclismo

Letteratura

Il mito di Coppi e la penna di Brera

di

Mario Gaudio

Coppi e il diavolo non poteva che venir fuori dalla penna di Gianni Brera, uomo e giornalista d’altri tempi di cui, nel marasma attuale di svergognata mediocrità elevata a sistema, si sente l’evidente mancanza.

Con prosa che fluisce al pari dei nastri d’asfalto divorati da Coppi, lo scrittore lombardo racconta ‒ senza retorica o nefaste finalità agiografiche ‒ le vicende umane e sportive del Campionissimo, non impantanandosi nelle paludi del genere biografico, ma ricorrendo alla forma schietta di un romanzo non romanzato ‒ il lettore mi perdoni la cacofonia e il bizzarro accostamento di termini ‒ che, a conti fatti, pare essere lo strumento più idoneo a tramandare le imprese di un protagonista assoluto dell’epoca d’oro del ciclismo italiano. Continua a leggere…

Letteratura

Due ruote, un uomo, una fetta di mondo

di

Ettore Marino

L’Italia è una non da molto, Umberto I regna ancora, Milano prende con timidezza a debordare oltre la cinta delle mura, e un ragazzetto s’infoca d’amore per il velocipede. Il ragazzetto è Eberardo Pavesi, nato a un tiro di schioppo da Milano nel Novembre del 1883. Pioniere del Ciclismo, vinse una Roma-Napoli-Roma, un Giro dell’Emilia, alcune tappe al Giro d’Italia e, con la compagine dell’Atala, il Giro stesso nel 1912, unico anno in cui la vittoria sia stata attribuita non già al singolo ma, appunto, alla squadra. Stabilì il primato nazionale dell’ora e fu il primo italiano a riuscire a portare a termine il proibitivo Tour de France. Continua a leggere…