23 Dicembre 2024

Ettore Marino

Fragmenta

Un gioco antico, una squadra nuovissima

di

Ettore Marino

Nel nostro borgo siamo rimasti in pochi. Un’idea fresca e serena vi ha però dato vita a un prodigio. Dai pochi qui rimasti, infatti, e dalla sonnacchiosa ripetitività dei giorni, l’idea ha fatto germogliare un drappello di corpi gagliardi e d’anime vivaci, e ne è nata una squadra di Calcio: di Calcio a cinque. Il prodigio sta anche e sta specie nel fatto che i calciatori pochi non siano ma, appunto e invece, tanti. Chi formulò il progetto? Lo ignoro. Vi sono aneliti che vibrano per l’aria fino a che, all’improvviso, qualcuno infonde loro voce e forma. L’idea è diventata cosa, la cosa è qui tra noi, ed il suo nome suona Futsal Vakarici. Continua a leggere…

Letteratura

Cantate, Madrigaux e Stravaganze

di

Ettore Marino

Nell’Ottobre del 2018, un mio fraterno amico, musico estroso e genialissimo, mi chiese tre Cantate. Pose due soli vincoli: che fossero tramate in versi brevi, medi e lunghi, e che non presentassero rime. Gliele fornii. Allo sparuto corpo aggiunsi poi tre Madrigaux, cioè tre (rimatissimi) madrigali in francese, e tre Stravaganze, due in italiano e una in francese, tutte rimate anch’esse. Continua a leggere…

Letteratura

La zavorra del vecchio incantatore. Prima parte

di

Ettore Marino

Gianni Brera: ho amici che lo odiavano. Me ne stupivo, ne indagavo il perché, io che per lui tifavo, che sempre grato ne gusterò la pagina e il roco parlare. È forse giunta l’ora di mettere un po’ d’ordine, di traghettare nella chiarezza del concetto sensazioni e sussulti, piccose rabbie e abbandoni gioiosi. Continua a leggere…

Saggistica

Se (me) lo dici tu!… Follia e discorsi

di

Ettore Marino

L’articolo che segue era già stato pubblicato sul numero 75 della cosentina semestrale rivista di cultura ilfilorosso. Con il permesso di chi la dirige, lo propongo ai lettori di Terre Letterarie.

C’è un colloide che tutti ci tiene. Si chiama Chiacchiera. Lo materiano noia, invadenza melliflua o arrogante, onniscienza distratta, simpatia revocabile. È una sorta di limo, buono all’attacco e alla difesa, che danna e salva perciò tutti e ognuno. S’irrigidisce a volte in sasso: salvifico anche qui, giacché chi ha poche idee, e le ami quanto ama sé stesso, incede e frange ogni barriera. Si chiacchiera, e si è: si è l’ubiquità senza nome né volto, si è il tutto-tutti che nulla tollera oltre sé… Continua a leggere…

Letteratura

Il patibolo e la grazia

di

Mario Gaudio

Inizierò con un aneddoto. Si racconta che lo scrittore russo Lev Nikolàevič Tolstoj (1828-1910) ricevesse quotidianamente per corrispondenza centinaia di versi di improvvisati poeti in cerca di un’approvazione e con sogni di visibilità. Soffocato dalle molteplici lettere, egli si lamentò della «perniciosa epidemia di poesia» che imperversava in quegli anni, ma il fenomeno non si stemperò né si interruppe e Tolstoj, quasi esasperato, passò all’azione decidendo di rispondere a questa singolare proliferazione poetica con delle cartoline su cui campeggiava un timbro riportante per tutti il medesimo testo: «Lev Nikolàevič ha letto i vostri versi e li ha trovati molto scadenti. In generale, non vi consiglia di dedicarvi a questa attività». Continua a leggere…